Un approccio ecologico alla Persona
James Hillman, psicoanalista e filosofo, ha scritto qualche anno fa un libro dal titolo volutamente provocatorio: “Cent’anni di psicoanalisi e il mondo va sempre peggio”.
La tesi del libro è (apparentemente) paradossale: uno dei motivi dei problemi del mondo sta nel fatto che le persone più dotate e sensibili – e proprio per questo più esposte al disagio della sofferenza psichica – sprecano tempo e risorse sui lettini di psicologi e psicoanalisti anziché giocarsi nel mondo così come sono, con i loro problemi e le loro disarmonie.
Passano mesi ed anni alla ricerca di un’ improbabile “normalità”, privando così la società della ricchezza e originalità che invece le loro “singolarità” potrebbero apportare.
Anche a non voler essere d’accordo con Hillman, non si può fare a meno di notare la tendenza ossessiva – tipica di questa epoca – a fare di ogni problema umano una patologia.
Quelli che un tempo erano debolezze, vizi, peccati, comportamenti non nella norma, oggi sono etichettati con una definizione clinica o pseudo tale che assolve a un duplice ruolo. Da una parte sancisce “scientificamente” il fatto che c’è qualcosa di sbagliato in un individuo che non è perfettamente a norma – e quindi in tutti; dall’altra toglie al soggetto la possibilità di prendersi la responsabilità di essere ciò che è, e quindi di poter trovare una via personale e magari creativa per vivere una esistenza ricca di significato.
Se un tempo eravamo tutti peccatori, oggi siamo tutti tarati psichici, magari con il conforto di un gene ad hoc che sarebbe “il responsabile” di qualsivoglia comportamento indesiderabile: dal bere agli orientamenti sessuali, dalla timidezza alle dita nel naso.
Per tutti coloro, e cominciano a essere tanti, che iniziano ad avvertire una salutare sensazione di presa per i fondelli, la Programmazione Neurolinguistica propone un punto di vista del tutto differente. Parte dal presupposto che una persona senza evidenti segni di schizofrenia vada bene così com’è e abbia tutte le risorse, se crede, per migliorarsi e affrontare attivamente i propri problemi. Uscire dal disagio e conseguire obiettivi è questione di apprendimento, non di terapia.
Richiede in cambio una sola cosa: che l’individuo abbia voglia di prendersi la responsabilità di costruirsi la propria esistenza. Provando, sbagliando, riprovando, soffrendo e anche godendo. Nella convinzione che anche se non si può essere onnipotenti, c’è sempre la possibilità di farci qualcosa. E questo è anche il presupposto da cui parte il Counseling e il Coaching.
Della PNL esistono molte definizioni e oggi vi offriamo proprio questa: un modo per imparare ad avere sempre qualcosa di meglio dalla vita.
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