La truffa dell’homo oeconomicus: dal controllo alla fiducia

Controllo o fiducia? Sono modelli sociali e aziendali antitetici, ma la nostra scelta individuale può influenzare relazioni e risultati

Dal controllo alla fiducia

In un mondo sempre più battagliero che ruolo ha la fiducia?

La fiducia è un tema molto sentito, specialmente nella fase storica attuale, in cui c’è la sensazione che avere fiducia non sia così facile. E lo è soprattutto a livello sociale, perché è un elemento cruciale per il benessere collettivo e la coesione.

In un contesto così complesso, disseminato di fratture e di tensioni decisamente più grandi di noi, possiamo cominciare con questa domanda:
Se questa è la situazione, noi individualmente che cosa possiamo fare per promuovere una cultura di fiducia, per ritrovare fiducia per noi e per ispirare fiducia agli altri ?

La fiducia, infatti, è uno dei componenti fondamentali del benessere sociale, insieme a coesione, qualità della vita, inclusione, appartenenza e sicurezza. Questi elementi sono interconnessi e il venire meno della fiducia può compromettere anche gli altri. Sono tutti mattoni che si sorreggono uno con l’altro. Se ne viene via uno, anche gli altri non possono durare.

 

Definizione: cos’è la fiducia?


Credenza, emozione, valore, responsabilità, capacità, virtù, ingenuità, relazione o sfida?
In genere è vista principalmente come “una relazione, una capacità e un valore”; ma per la PNL Sistemica, che è il nostro approccio, è anzitutto una credenza. Cioè un’aspettativa di risultato sul futuro: rispetto a noi, rispetto ai comportamenti degli altri in cui la riponiamo, rispetto al contesto in cui viviamo. Questa è una prima buona notizia: essendo una credenza, possiamo anche cambiarla.

 

L’essere umano è per natura fiducioso oppure inaffidabile?


Partendo da dati paleontologici è facile vedere come l’Homo Habilis e l’Uomo di Neanderthal, nonostante fossero primitivi, erano in grado di dare e ricevere fiducia almeno all’interno del loro gruppo.

Così non è invece con il cosiddetto Homo Oeconomicus, una tipologia umana basata su razionalità e interesse individuale, tipica delle teorie economiche del XX secolo. Solo che l’Homo Economicus è un’astrazione e non rappresenta l’essere umano reale. Ma i modelli economici più in voga si basano su questo presupposto inventato: e questo a cascata può portare a conseguenze negative, rafforzando la sfiducia e l’avidità. Se si diffonde l’idea che l’essere umano sia avido e cinico, alla fine questa cosa tende a diventare vera, creando un circolo vizioso di sfiducia.

 

Se non c’è fiducia aumentiamo il controllo


Ne risulta che la società tende a surrogare la mancanza di fiducia con strumenti di controllo, che spesso risultano inefficaci e dannosi. Pensiamo ad un’azienda, o a una Pubblica Amministrazione, che non siano state capaci di creare una cultura interna orientata all’obiettivo e alla responsabilizzazione reciproca: l’unico strumento che hanno a garanzia del funzionamento dei processi sono i processi stessi, la loro moltiplicazione, l’aumento dei punti di controllo (report, timbrature, riunioni a dismisura). 
Ma moltiplicazione di controlli non porta maggiore efficacia ma aumento di costi. Da uno studio di Confartigianato emerge un costo annuale di 57 miliardi di euro solo in Italia a causa dell’ipertrofia dei controlli.

 

Serve un nuovo modello sociale e aziendale


Occorre passare da un modello sociale basato sulla sfiducia e sul controllo ossessivo a un modello fondato sulla fiducia con “circuiti di protezione”.
Ovviamente è importante dare fiducia in modo oculato, sapendo che ci sarà una parte fisiologica di errori, piuttosto che presumere inaffidabilità e moltiplicare i controlli. Perché la fiducia deve essere anzitutto una scelta di vita. Da qui l’importanza dI averla in se stessi come prerequisito per quella verso gli altri. Occorre lavorare sulla propria identità coerente, mettendo a fuoco i propri valori, coltivando le proprie qualità, aiutando gli altri, assumendosi dei rischi, raggiungendo obiettivi e imparando dai fallimenti.

Come dice una frase giapponese: cadere sette volte e rialzarsi otto.

L’ottimismo consapevole è cruciale per avanzare, perché è meglio essere ottimisti e aver torto piuttosto che essere pessimisti e avere ragione.

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