Le cose noiose non attirano l’attenzione
Dalle neuroscienze gli schemi che servono per fare riunioni
e formazioni che lascino il segno.
Le cose noiose non attirano l’attenzione. E le cose che non attirano l’attenzione scivolano via senza lasciar traccia.
Questo vale per una relazione durante un convegno, per una riunione di team, in un’aula di formazione. Ormai è dimostrato che l’attenzione può ragionevolmente durare circa 10 minuti, dopo i quali inesorabilmente scema, a meno di eventi che la ravvivino.
I messaggi che riescono a destare l’attenzione sono connessi alla memoria, all’interesse, alle emozioni, come spiega John Medina nel libro “Il cervello: istruzioni per l’uso”.
- In ogni istante noi facciamo inconsciamente riferimento alle esperienze passate per percepire, interpretare e crearci aspettative su quanto ci accade. Quindi se qualcosa è completamente estraneo a qualunque tipo di evento di cui abbiamo memoria, automaticamente ci metteremo in moto per trovare delle similitudini con episodi che abbiano punti in comune, anche lontanamente, per prevedere cosa accadrà e come comportarci. Questo attiva l’attenzione
- In secondo luogo, l’attenzione stimola l’interesse, che stimola l’azione. il nostro cervello analizza costantemente gli eventi per anticipare quelli potenzialmente importanti per prepararsi ad affrontarli. E’ dunque attento a qualunque stimolo insolito o imprevedibile: il “colpo di scena” crea attenzione, che a sua volta stimola l’interesse. Schema peraltro molto noto ai pubblicitari.
- Ma il booster di gran lunga più efficace è dato dalle emozioni. Il cervello funziona così: quando rileva un evento emozionalmente carico, l’amigdala rilascia dopamina, un neurotrasmettitore che funziona come fosse un post-it chimico in cui vi sia scritta “ricordati di questo!”. A quel punto quell’informazione verrà elaborata e memorizzata in modo più efficace rispetto alle altre.
La bravura di un relatore e di un formatore è innanzitutto legata al saper gestire questi meccanismi, riuscendo a stimolare l’attenzione sui temi che ha progettato debbano essere stimolati. Questo significa che deve porsi (almeno) due domande iniziali:
- Cosa voglio che i partecipanti pensino/sentano/facciano una volta finito il mio intervento?
- In che modo posso progettare un copione che sappia stimolare interesse, emozioni, attenzione?
Ora sapete come valutare un relatore o un formatore, e sapete anche quali sono gli elementi che voi stessi potete migliorare nelle vostre performance.