A cosa serve la Cibernetica nelle relazioni di Counseling e di Coaching
Se oggi si parla poco di cibernetica, è però innegabile che questa “metateoria” è tutt’ora saldamente embricata (embedded) nei fondamenti di modelli teorico-scientifici alla ribalta: dalla Complessità all’Intelligenza Artificiale alla Robotica. La parola greca antica kybernetes indica il pilota di una nave. La radice kyber sta per “timone” e trova un parallelo nel latino guber, che ritroviamo nel gubernator, timoniere. Kyber e guber fanno evidente riferimento ad una comune progenitrice indoeuropea che significava timone. In ambedue le lingue il termine assume anche, per estensione, un significato metaforico che sta ad indicare colui che guida, o governa, una città o uno Stato: già in Platone è attestata, in questo significato più ampio di arte del governo, l’espressione kybernetikès techne.
Da questo background nasce, a partire dal 1946, il concetto generale di Cibernetica come scienza del governo di sistemi complessi, siano essi meccanici, biologici, sociali o cognitivi. E’ soprattutto a opera di Gregory Bateson che i principi della cibernetica -in particolare l’importanza della retroazione come funzione di controllo, nonché dell’informazione come suo vettore- vengono esportati alle scienze umane. Da questa comune matrice nascono tanto la Sistemica che la PNL, che sviluppano strumenti di intervento partendo da modelli cibernetici: la Sistemica inter-individuali, la PNL intra-individuali.
E’ soprattutto la cibernetica delle scienze umane che giunge alla constatazione che il fenomeno che punteggiamo come “informazione” è solo un modo con cui un osservatore può scomporre in unità discrete- e quindi descrivibili – quello che in realtà è un processo continuo di “accoppiamento strutturale” (come viene definito da Maturana e Varela) che costituisce l’espressione concreta di una relazione: tra individui, cellule, organi di senso, sistemi ecologici e cognitivi. E’ interessante notare che mentre nei sistemi meccanici (e nelle intelligenze artificiali) la relazione viene progettata e costruita attraverso l’informazione, nei sistemi viventi e sociali accade esattamente l’opposto: è la relazione che attraverso processi di autorganizzazione esibisce regolarità che un osservatore può leggere come informazione.
Uno dei fondamenti dell’approccio cibernetico è lo studio dei “sottosistemi di governo”: così come una grande nave può essere governata dal modesto sforzo di un singolo uomo posto al timone, quando si fronteggia un sistema complesso la sfida è proprio quella di individuare il punto esatto in cui situare “il timone” che può -se non controllare- almeno dare direzione e coerenza alla complessità.
Questo punto è di estrema importanza nelle pratiche del colloquio di aiuto/cambiamento (terapia, counseling, coaching): le domande e le riformulazioni poste dal conduttore hanno anzitutto lo scopo di condurre il cliente a scovare (ma potremmo anche dire a definire) questo centro di controllo cibernetico, testarlo e prenderlo in gestione. Tutto ciò corrisponde naturalmente al ruolo di responsabilità rispetto al processo che è tipico delle figure del coach e del counselor, e rimanda alla necessità di sviluppare una specifica capacità di configurare assieme al cliente, tra tutti i percorsi possibili, quelli che portano verso un luogo significativo. L’esperienza contribuisce naturalmente alla crescita di una specie di “istinto” di direzione; ma oltre a ciò, tanto la Sistemica che la PNL offrono diversi tools adatti allo scopo, le tecniche maieutiche in particolare: metamodello linguistico, livelli logici, domande di chunk e circolari, mappe di circolarità e altre griglie di osservazione sistemica.
L’importante è ricordare sempre che è il cliente ad essere protagonista di questa ricerca, così come sta a lui decidere se è andata a buon fine o no.